Legenda del Vetro
A
Acidatura: anche chiamata "satinatura", è un processo chimico permanente che conferisce al vetro un aspetto vellutato e morbido al tatto, riducendone sensibilmente la trasparenza, ma non la trasmissione luminosa e mantenendo le proprietà meccaniche della lastra di vetro inalterate. Il processo di acidatura, industriale, veloce e continuo, viene realizzato su lastre intere e consiste nel versare uniformemente degli acidi particolari sulle lastre di vetro.
Argentatura: trattamento superficiale su una lastra di vetro per renderlo riflettente, cioè specchio. Una superficie viene ricoperta con una soluzione di ossido stannoso la cui azione riducente permette la precipitazione dell'argento metallico da una soluzione di nitrato di argento. Sul film metallico riflettente viene quindi depositato uno strato di rame, ottenuto o per nebulizzazione del metallo o per ramatura elettrolitica, che ha lo scopo di proteggerlo nel tempo dall'ossidazione. Viene quindi depositato uno strato di vernice al piombo ad ulteriore protezione chimica. Infine, viene ricoperto da una vernice opaca che assicura la protezione meccanica degli strati metallici. Negli ultimi anni l’utilizzo di vernice epossidica ha permesso di eliminare rame e formaldeide e di diminuire la quantità di piombo, permettendo così un prodotto più ecologico.
Autopulente: trattamento tramite il quale viene depositato, mediante pirolisi, uno strato trasparente di un materiale minerale fotocatalitico e idrofilo. Questo deposito sfrutta la doppia azione dei raggi uv della luce del giorno e dell’acqua per eliminare lo sporco accumulatosi sulla faccia esterna della vetrata; in particolare l’esposizione ai raggi uv causa la decomposizione dello sporco organico e rende la superficie idrofila, lo scorrimento dell’acqua sul vetro poi favorisce l’eliminazione dei residui decomposti e delle polveri minerali. Sui vetri sabbiati, satinati e laccati il trattamento è dato sul lato liscio, sugli specchi sul lato riflettente (non argentatura posteriore). La durata del trattamento sul vetro varia a seconda di vari fattori tra i quali un corretto mantenimento, fondamentale per far sì che il trattamento sia più durevole. Norma di riferimento EN 1096.
B
Basso Emissivo: vetro su cui è stata posata una pellicola (couche) di uno specifico materiale (ossidi di metallo), che ne migliora notevolmente le prestazioni di isolamento termico, senza modificarne sostanzialmente le prestazioni di trasmissione della luce. I più comuni sono 4 mm, 3⁄3 oppure 4⁄4. Possono risultare leggermente colorati per effetto del trattamento superficiale. Lo stesso tipo di trattamento superficiale può essere utilizzato come resistenza elettrica per irradiare calore. Nei vetrocamera (vetri isolanti) i vetri basso emissivi sono indicati con la dicitura B.E. oppure Low E.
Bisellatura: tipo di molatura (smusso degli spigoli del vetro) eseguibile su vetri e specchi con spessore dai 4 mm. Il bisello ha una L di circa 3 cm. Per l'assenza di spigoli è particolarmente adeguata per piani poco elevati dal suolo ed è indicata anche negli specchi affinchè assumano uno stile più tradizionale.
Becco di civetta: tipo di molatura (smusso degli spigoli del vetro) eseguibile su vetri con spessore dai 15 ai 19 mm. Variante del classico bisello, si presenta con un bordo arrotondato a quarto di cerchio. Riduce la rifrazione della luce in virtù della linea arrotondata.
C
Cristallo: anche chiamato "extrachiaro", vetro molto più trasparente rispetto al normale float, in quanto subisce in fase di lavorazione alcune variazioni che lo rendono estremamente neutro e luminoso facendogli perdere il tipico colore verdognolo del vetro normale. Infatti, la tonalità di colore del vetro standard è data dalla presenza di sostanze minerali quali ossido di ferro. Attraverso uno speciale procedimento è possibile eliminare il 90% di ossido e ottenere così il vetro extrachiaro. Oltre a questa lavorazione del vetro viene fatta già dall’origine una selezione della silice, ossia del componente basilare per la fabbricazione delle lastre (produzione vetro), scegliendo sabbie più chiare e pure.
E
Extrachiaro: anche chiamato "cristallo", vetro molto più trasparente rispetto al normale float, in quanto subisce in fase di lavorazione alcune variazioni che lo rendono estremamente neutro e luminoso facendogli perdere il tipico colore verdognolo del vetro normale. Infatti, la tonalità di colore del vetro standard è data dalla presenza di sostanze minerali quali ossido di ferro. Attraverso uno speciale procedimento è possibile eliminare il 90% di ossido e ottenere così il vetro extrachiaro. Oltre a questa lavorazione del vetro viene fatta già dall’origine una selezione della silice, ossia del componente basilare per la fabbricazione delle lastre (produzione vetro), scegliendo sabbie più chiare e pure.
Foratura: con l'ausilio di trapani a punte diamantate, adeguatamente refrigerate da getto d'acqua continuo, le lastre di vetro possono essere forate. I fori possono avere vari diametri ma si consiglia di non effettuarli troppo vicini al bordo (le distanze accettabili cambiano a seconda anche dello spessore del vetro) per evitare rotture dovute alle tensioni interne.
F
Filo lucido: tipo di molatura (smusso degli spigoli del vetro) standard, la più utilizzata eseguibile su vetri e specchi con spessore dai 4 mm. Il perimetro del vetro molato e lucidato con sagoma piatta e smusso a 45° per dare un aspetto più brillante e rifinito, oltre che non tagliente.
Float: vetro trasparente. Il 90% del vetro piano prodotto nel mondo, è fabbricato con il sistema "a galleggiamento" (da cui il nome "float") inventato da Alastair Pilkington, dove il vetro fuso è versato ad un'estremità di un bagno di stagno fuso. Oggi questa lavorazione è effettuata in atmosfera controllata. Il vetro galleggia sullo stagno e si spande lungo la superficie del bagno, formando una superficie liscia su entrambi i lati. Il vetro si raffredda e solidifica mentre scorre lungo il bagno, formando un nastro continuo. Il prodotto è poi "lucidato a fuoco", riscaldandolo nuovamente su entrambi i lati, presentando così due superfici perfettamente parallele. Le lastre sono realizzate con spessori standard di 2, 3, 4, 5, 6, 8, 10, 12, 15, 19, 22 e 25 mm.
Foratura: con l'ausilio di trapani a punte diamantate, adeguatamente refrigerate da getto d'acqua continuo, le lastre di vetro possono essere forate. I fori possono avere vari diametri ma si consiglia di non effettuarli troppo vicini al bordo (le distanze accettabili cambiano a seconda anche dello spessore del vetro) per evitare rotture dovute alle tensioni interne.
G
Grisaglia: particolare pittura che si esegue sul lato interno delle vetrate artistiche, per aggiungere alcuni effetti pittorici, altrimenti impossibili a causa dell'uniformità cromatica dei vetri. Il termine deriva dal francese "grisaille", che a sua volta proviene da "gris" ossia "grigio", inteso come metodo per rendere le sfumature di grigio. In generale indica una decorazione o una pittura fatta a monocromo. Questa tecnica prevede l'uso di un amalgama ottenuta da polvere di vetro pestato unito ad alcuni minerali quali ossido di ferro o rame, mescolati con un liquido (in passato vino). In base al minerale usato la grisaille assumeva una diversa tonalità verde, bruna o nera. Con questa tecnica vengono ancora oggi dipinti i chiaroscuri sulle figure, disegnati i tratti dei volti, le pieghe delle vesti e moltissimi altri particolari. Si usa anche del piombo nelle zone di attaccatura, per attenuare i contrasti fra il colore del metallo e quello del vetro. Dopo aver steso la grisaglia, si procede con graffi ed asportazioni per regolarne l'effetto e le sfumature, in seguito la pittura viene fissata sottoponendo le lastre ad un'ulteriore cottura, per ottenere la vetrificazione della polvere di vetro.
K
K Termico: anche chiamato "Valore UG", è il valore di trasmittanza termica cioè il flusso di calore medio che passa, per metro quadrato di superficie, attraverso una struttura che delimita due ambienti a temperatura diversa (per esempio un ambiente riscaldato dall'esterno, o da un ambiente non riscaldato). L'unità di misura della trasmittanza termica è il W/m2 K. Il vetro in sè non è un isolante termico, ma due vetri creano una camera d'aria (vetrocamera: vetro + camera + vetro) che invece è isolante, lo spazio fra i due vetri non deve superare i 16 mm, perchè oltre tale misura non si hanno più miglioramenti. Anche il tipo di gas fra i due vetri è importante per abbassare la trasmittanza.
L
Laccatura: lavorazione tramite la quale il vetro viene colorato mediante un deposito uniforme a spruzzo di uno strato di vernice su una delle due facce: il lato che viene laccato è sempre quello posteriore che resta non a vista. Anche se si può effettuare su qualsiasi tipo di vetro, si consiglia sempre di utilizzare un vetro extrachiaro per evitare il più possibile l'alterazione del colore RAL scelto (il vetro standard ha la sua tipica colorazione verdognola) e per ottenere la massima resa della tinta scelta anche in termini di brillantezza. Una minima differenza potrà comuque essere presente rispetto al RAL scelto, anche sui vetri extrachiari.
Laminazione: per vetro stratificato (vetro di sicurezza, vetro antisfondamento e vetro antiproiettile) si intende il prodotto dell’unione di due o più lastre di vetro ottenuta mediante l’interposizione di uno o più fogli di materiale plastico (generalmente PVB) in apposito impianto, sotto l’azione combinata di calore e pressione. Questo processo di laminazione viene anche definito "stratifica" o "stratificazione" del vetro e ha l’obiettivo di ottenere un vetro di sicurezza, fatto apposta per non esplodere nel caso di rottura, trattenendo i frammenti di vetro rotti e rendendoli non pericolosi.
Low E: dicitura utilizzata nei vetrocamera (vetri isolanti) per indicare un vetro basso emissivo (B. E.) cioè un vetro su cui è stata posata una pellicola (couche) di uno specifico materiale (ossidi di metallo), che ne migliora notevolmente le prestazioni di isolamento termico, senza modificarne sostanzialmente le prestazioni di trasmissione della luce. I più comuni sono 4 mm, 3⁄3 oppure 4⁄4. Possono risultare leggermente colorati per effetto del trattamento superficiale. Lo stesso tipo di trattamento superficiale può essere utilizzato come resistenza elettrica per irradiare calore.
M
Molatura: lavorazione che consiste nell'eliminare lo spigolo vivo e tagliente del vetro rendendolo, oltre che maneggevole e non più pericoloso, anche rifinito. Grazie ad essa vengono inoltre eliminati i piccolissimi "baffi", impercettibili ad occhio nudo ma che inevitabilmente si creano in fase di taglio, che aumentano la percentuale di possibile rottura del vetro. La molatura limita anche il fenomeno dello shock termico sebbene per questo sia consigliata la tempra della lastra.
S
Sabbiatura: la sabbiatura del vetro consiste nel sottoporre una lastra di vetro all'azione abrasiva della sabbia proiettata sulla lastra stessa da un getto di aria compressa. La lastra, prima trasparente, diventa successivamente al trattamento opalescente. La sabbiatura del vetro può essere inoltre eseguita "a zone", con un apposita mascheratura del vetro, con bei risultati decorativi.
Satinatura: anche chiamata "acidatura", è un processo chimico permanente che conferisce al vetro un aspetto vellutato e morbido al tatto, riducendone sensibilmente la trasparenza, ma non la trasmissione luminosa e mantenendo le proprietà meccaniche della lastra di vetro inalterate. Il processo di satinatura, industriale, veloce e continuo, viene realizzato su lastre intere e consiste nel versare uniformemente degli acidi particolari sulle lastre di vetro.
Stratificazione: per vetro stratificato (vetro di sicurezza, vetro antisfondamento e vetro antiproiettile) si intende il prodotto dell’unione di due o più lastre di vetro ottenuta mediante l’interposizione di uno o più fogli di materiale plastico (generalmente PVB) in apposito impianto, sotto l’azione combinata di calore e pressione. Questo processo di stratificazione viene anche definito "laminazione" del vetro e ha l’obiettivo di ottenere un vetro di sicurezza, fatto apposta per non esplodere nel caso di rottura, trattenendo i frammenti di vetro rotti e rendendoli non pericolosi.
Svaso: lavorazione che si effettua sui fori del vetro, con appositi strumenti diamantati, su entrambi i lati per rendere il foro smussato.
T
Taglio: il taglio del vetro viene effettuato con attrezzature professionali diamantate che permettono di realizzare ogni forma, sagomatura e taglio su misura. Il vetro resta tagliente se non viene successivamente molato, poichè questa lavorazione non prevede nessuna rifinitura lungo il bordo perimetrale. In fase di taglio possono crearsi irregolarità, chioccioline e/o il vetro può, lungo lo spessore, presentare opacizzazioni
Tempra: trattamento termico effettuato sul vetro per aumentarne le caratteristiche di resistenza meccanica e di resistenza allo shock termico, oltre che aumentarne la capacità di flessione. La lastra viene introdotta in forno ad una temperatura di circa 600° e successivamente raffreddata rapidamente da getti d’aria. In seguito al trattamento il vetro diventa più elastico, resistente, e antinfortunistico perché in caso di rottura la lastra si sbriciola in minuti frammenti inoffensivi, si tratta pertanto di vetro di sicurezza. Il vetro temperato riporta l'apposita dicitura che ne certifica la lavorazione.
V
Vetro: materiale ottenuto tramite la solidificazione di un liquido non accompagnata dalla cristallizzazione. I vetri sono solidi amorfi, dunque non possiedono un reticolo cristallino ordinato, ma una struttura disordinata e rigida composta da atomi legati covalentemente. Tale reticolo disordinato permette la presenza di interstizi in cui possono essere presenti impurezze, spesso desiderate, date da metalli. In linea teorica, i vetri potrebbero essere ottenuti a partire da qualunque liquido, attraverso un rapido raffreddamento che non dia alle strutture cristalline il tempo di formarsi. Nella pratica, hanno la possibilità di solidificare sotto forma di vetro solo i materiali che abbiano una velocità di cristallizzazione molto lenta, come ad esempio l'ossido di silicio (SiO2), il diossido di germanio (GeO2), l'anidride borica (B2O3), l'anidride fosforica (P2O5), l'anidride arsenica (As2O5). Un esempio di vetro naturale è l'ossidiana, prodotta dal magma vulcanico. Nel linguaggio comune, il termine vetro viene utilizzato in senso più stretto, riferendosi solamente ai vetri costituiti prevalentemente da ossido di silicio (vetri silicei), impiegati come materiale da costruzione (soprattutto negli infissi), nella realizzazione di contenitori (ad esempio vasi e bicchieri) o nella manifattura di elementi decorativi (ad esempio oggettistica e lampadari). La maggior parte degli utilizzi del vetro derivano dalla sua trasparenza, dalla sua inalterabilità chimica e dalla sua versatilità: infatti, grazie all'aggiunta di determinati elementi, è possibile creare vetri con differenti colorazioni e proprietà chimico-fisiche. Il vetro è un materiale dal fascino unico; pulito, duraturo e luminoso: per questo è molto utilizzato nel campo dell'arredamento e nel campo artistico.